L’Isola delle Madri


“Sono nata in un’ex-colonia araba… Così, almeno, sostiene una mia amica tunisina, quando è in vena di precisazioni storiche. Insomma sono nata in Sicilia e, per l’esattezza, a Messina. A nove anni mi hanno portato a Bologna, dove ho imparato molte cose belle e molte cose brutte: per esempio, il significato della parola ‘emigrazione’. Attualmente vivo a Roma. Dopo svariati lavori e un lungo vagabondare, soprattutto in Africa, ho pubblicato sette romanzi (l’ultimo, “I bambini della ginestra”, dedicato per l’appunto alla strage di Portella della Ginestra). Ho scritto anche libri di viaggio, un libro per ragazzi e parecchi saggi, per lo più sulla situazione delle donne, in Italia e nel mondo. Due di questi saggi in particolare (“Il cliente” e “Il denaro in corpo”) sono il risultato di una mia inchiesta sulla domanda di prostituzione e pornografia. Ecco, in definitiva, le mie passioni predominanti: la scrittura e la politica delle donne.”


L’Isola delle Madri è il suo ultimo libro, edito da Mondadori.
In un mondo sconvolto dal mutamento climatico e definitivamente avvelenato dagli uomini, in un futuro non troppo lontano, un morbo si è diffuso fino a diventare una vera pandemia: la chiamano “malattia del vuoto” ed è l’incapacità di riprodursi, la sterilità. Per avere un domani, l’umanità è costretta a ricorrere in forme sempre più pesanti alle biotecnologie. La società si divide in due fazioni contrapposte che si combattono furiosamente: da una parte ci sono gli “uomini della scienza”, dall’altra gli “uomini della vita”. Ma le donne da che parte stanno? In mezzo al Mediterraneo c’è un’isola conosciuta fin dall’antichità come l’Isola delle madri, e su questo lembo di terra sorge la Casa della maternità, un posto speciale che non è solo una clinica come tante altre, ma anche un centro di ricerca dove si tenta di sconfiggere la malattia del vuoto e in cui prende forma un nuovo modo di spartirsi i tradizionali ruoli familiari. Livia, Mariama e Kateryna hanno storie profondamente diverse e sono cresciute in paesi lontani, ma ognuna di loro – chi per lavoro, chi per mettersi al riparo da una guerra, chi spinta dall’onda lunga dell’emigrazione – è destinata ad approdare sull’isola. Una volta sbarcate, le loro vite si intrecciano inevitabilmente, anche grazie all’intervento di Sara, la direttrice della Casa della maternità. Perché tutte e quattro devono fare i conti con lo stesso problema: la possibilità o l’impossibilità di essere madri. E i tanti modi di esserlo e di diventarlo.